LACTO-OVO VEGETARIAN

La vera dieta vegetariana
normale, completa,
sana, naturale,
preventiva,
senza carenze,
senza ipocrisie,
senza fanatismo,
secondo la Tradizione
e la Scienza più moderna

02 giugno 2008

La mela rossa dell’amore. “Love”, ovvero “Lacto-ovo-vegetarian”.

Love. Lacto Ovo Vegetarian grande nuovo (Nico Valerio 2014) Ho creato un bel marchio, il logo del vegetariano completo: una mela rossa stilizzata con picciolo e foglia verde, e la scritta LOVE, e in caratteri più piccoli Lacto Ovo Vegetarian, dove è Love è l’acronimo del neologismo latino-inglese Lacto-Ovo-VEgetarian, che è la definizione scientifica internazionale della dieta vegetariana completa usata nei loro studi da biologi e ricercatori medici di tutto il mondo.
      Lacto-Ovo-Vegetarian (che in italiano si può dire ovviamente anche "Latto-ovo-vegetariano"), denota il vegetarismo classico, completo, quello più diffuso in tutto il Mondo, che elimina dalla dieta le carni, cioè il cibo per il quale occorre uccidere, mentre comprende latticini e uova, considerati per antichissima tradizione “frutti” prodotti dagli animali, in analogia con i frutti vegetali che si possono raccogliere senza uccidere l’albero.
      Questo differenzia il vegetarismo vero e proprio dal vegetalismo o veganismo. Il vegetaliano o vegan consuma solo vegetali, e quindi pratica una dieta completamente diversa dal punto di vista nutrizionale. Leggermente più ristretto è anche il vegetarismo solo lacto-vegetarian (unicamente latticini tra i cibi animali e non uova, praticato dagli induisti e dai seguaci dell’Ayurveda) e quello ovo-vegetarian (solo uova ma non latticini tra i cibi animali).
      Una bella intuizione grafica che mi è venuta in mente proprio il 2 giugno (e siamo nel 2008), data del mio compleanno. Mi sono fatto un bel regalo. Sono stato in forse se usare il singolare o il plurale (e ha vinto il primo, dato che non si tratta d’un movimento) o la definizione italiana Latto-ovo-vegetariani, con o senza trattini (ma sarebbe stata un brutto ripiego, una cosa fatta a metà, inadatta anche alle ricerche sul web e sulle riviste scientifiche) o quella convenzionale della biologia internazionale, quindi in inglese, la lingua di gran lunga più utilizzata nelle pubblicazioni scientifiche (la koinè della scienza moderna, come il latino lo è stato per la scienza antica), e ho deciso per quest’ultima soluzione, anche se Google mi farà raggiungere il blog per lo più da un pubblico di lingua inglese che resterà deluso dalla lingua italiana usata (il che mi fa preoccupare per loro, perché la traduzione di Google, per quanto migliorata rispetto ad alcuni anni fa, è ancora molto imprecisa).
      Chiedo, perciò, ai lettori bilingui il favore di tradurre in modo preciso e fedele gli articoli, un poco per volta, che potrei aggiungere sotto ogni post. (Anche se per il mio perfezionismo sono solito rivedere e correggere spesso, fino a qualche settimana dopo, ogni articolo…).
      Ma perché questo sito-blog? Per offrire una guida, la più possibile leggibile, seria, scientifica, semplice e di buon senso, al vegetarismo di gran lunga più diffuso (oltre il 95%), e differenziarlo da quello strettissimo e radicale, quello vegan o vegetaliano. E in effetti, le due diete sono diversissime dal punto di vista nutrizionale, alimentare, gastronomico, preventivo. Anzi, possono essere perfino opposte. Hanno bisogno perciò di guide separate che mettano in guardia dai rispettivi rischi.
      Per esempio? Tutti i regimi vegetariani, che pure salvano gli animali non umani, possono essere a rischio per un’altra specie animale: l’uomo.
      In particolare un regime vegan può essere carente e insufficiente di nutrienti fondamentali (p.es. vitamina B12, proteine, ferro, legumi, cereali integrali, fibre, verdure), basato solo sugli integratori o sovrabbondante di dolci e cibi industriali, e se mal praticato a lungo anche pericoloso per la salute.
      Invece, un regime vegetariano completo lacto-ovo-vegetariano può essere sbilanciato e sovrabbondante (p.es. oltre che di dolci anche di formaggi: càpita al neofita), e con la scusa che è “facile” può incorrere anch’esso in trasandatezze che portano insufficienze pericolose per la salute (cereali integrali, legumi, fibre, verdure ecc.).
      Mi piace questo nuovo simbolo grafico. Certo, sono il primo a pensarlo e a dirlo: per denotare davvero il vegetarismo sarebbe servito meglio un baccello di legume, magari aperto a V, perché è il cibo più adatto a sostituire la carne in abbondanza, grazie alle sue proteine di valore medio-alto, e a conservare la salute dei vegetariani grazie ai tanti suoi polifenoli, antiossidanti ecc. , mentre l’abusata (graficamente) mela non è certo tipica dei vegetariani, ma è un cibo usuale per chiunque.
      Vero, però mi serviva uno spazio ampio nel quale inserire una scritta complessa, e un legume non è adatto. La mela è tondeggiante (e io l’ho stilizzata e allargata ancor più) e quindi offre spazio per una scritta al suo interno. E la scritta è la cosa più brillante del mio logo: Love si vede da lontano.
      Love vuol dire amore, dopotutto. In questo caso amore per gli animali, che esclude che li possa uccidere per ricavarne un alimento, oltretutto non essenziale storicamente e nutrizionalmente alla vita dell’Uomo, quando non addirittura dannoso, com’è la carne.
      Ma amore anche per la qualità della vita dei fratelli animali, i cui allevamenti, da cui si ricavano non solo le carni, ma anche latticini e uova, devono essere sempre meno numerosi (il che si ottiene riducendo molto il consumo di carne, grazie alla diffusione nel Mondo di noi vegetariani, e quindi alla minore domanda), ma anche sempre meno estesi, sempre più liberi e naturali, sempre meno coercitivi e violenti. Perché, sia chiaro, se la violenza assoluta è l’uccisione, una violenza minore ma ugualmente da combattere con forza perché meno appariscente è quella degli allevamenti in cui non sono rispettati spazi, movimenti e la stessa vita naturale dell’animale. Anche qui bisogna tornare all’antico, quando i nostri Antenati preistorici scoprirono che era possibile sopravvivere in una Natura inospitale per l’Uomo anche senza uccidere, ma bevendo il latte dei mammiferi e mangiando le uova degli uccelli (non certo quelle fecondate), lasciandoli nel loro ambiente naturale.
      Ma sì, questo simbolo mi sembra geniale e perfetto dal punto di vista grafico e comunicativo. Il 2 giugno mi ha portato fortuna. Per questo ho deciso di usarlo come titolo del sito. Auguri a tutti noi.

IMMAGINI. 1. Il disegno stilizzato del logo della mela ideato e pubblicato qui il 2 giugno 2008 (data in bianco sopra iil titolo). 2 e 3. Baccelli di legumi (piselli in alto, fagiolo borlotto in basso). I legumi, a pensarci bene, sono il vero simbolo dei vegetariani di ogni tendenza. Ma sono poco fotogenici... E poi, altro che "love", ve l’immaginate l’ironia dei nostri tanti avversari se scegliessimo… il pisello come simbolo dei Vegetariani?

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