LACTO-OVO VEGETARIAN

La vera dieta vegetariana
normale, completa,
sana, naturale,
preventiva,
senza carenze,
senza ipocrisie,
senza fanatismo,
secondo la Tradizione
e la Scienza più moderna

11 aprile 2011

Studio: i vegetariani hanno rischi minori di sindrome metabolica.

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica diabetologica Diabetes Care (nel fascicolo di marzo 2011) prova che una dieta vegetariana è collegata a minori fattori di rischio metabolico e sindrome metabolica.

La sindrome metabolica è un complesso di irregolarità o serie patologie tra loro collegate (tra cui ipertensione, sovrappeso, in particolare giro di vita aumentato, eccesso di trigliceridi, scarso colesterolo HDL, diabete di tipo 2, cioè alimentare, e malattie cardiovascolari).

Lo studio, che conferma numerose ricerche sullo stesso argomento, è stato firmato dai ricercatori Rizzo, Sabaté, Jaceldo-Siegl e Fraser, ed è intitolato "I modelli dietetici vegetariani sono associati ad un minor rischio di sindrome metabolica". E' stato basato sull’esame dei risultati dello studio epidemiologico "The Adventist Health Study 2".

Gli studiosi si sono prefissi lo scopo di confrontare diversi patterns dietetici in relazione ai fattori di rischio metabolico (MRFs) e alla sindrome metabolica (MetS). Perciò sono stati analizzati 773 soggetti con età media di 60 anni scelti tra quelli che avevano partecipato alla grande ricerca sulla comunità religiosa degli Avventisti del Settimo Giorno, nota per favorire la pratica del vegetarismo, e comunque per avere uno stile di vita più omogeneo e salutista rispetto alla popolazione in generale.

Come sempre, i partecipanti hanno compilato un questionario sulle proprie abitudini alimentari, che ha permesso di dividere i soggetti in vegetariani (35%), semi-vegetariani (16%) e non-vegetariani (49%). Tenendo conto dei cofattori rilevanti, è stato usato il modello statistico detto Ancova (Analisi della covarianza) per determinare le possibili associazioni tra i modelli dietetici e i fattori di rischio metabolico: colesterolo HDL, trigliceridi, glucosio, pressione sanguigna e circonferenza della vita. E’ noto tra i cardiologi ma poco noto al largo pubblico che l’aumentata circonferenza di vita, cioè l’obesità addominale, incide notevolmente sulla sindrome metabolica.

I risultati dell’analisi hanno mostrato che, a parità di altre condizioni, il modello dietetico vegetariano era collegato a valori medi significativamente più favorevoli di pressione arteriosa, circonferenza della vita, indice di massa corporea, glicemia e trigliceridi nel sangue, rispetto a quello non-vegetariano.

Perciò, i ricercatori hanno concluso su Diabetes Care che un modello alimentare vegetariano è associato ad un profilo più favorevole dei cosiddetti fattori di rischio metabolico e con un minor rischio di sindrome metabolica, che nei soggetti vegetariani è risultato ridotto di circa i due terzi (66%) rispetto ai non vegetariani. Questo dato sussisteva anche dopo aver considerato gli altri aspetti dello stile di vita e i fattori demografici che potrebbero influenzarlo.

Peccato che l’anticipazione del solo abstract non consenta di valutare nella pratica i tipi di diete vegetariane e non vegetariane esaminati. Nulla si dice nell’abstract, per esempio, sulla presenza o quantità di alimenti fondamentali per ridurre il rischio di sindrome metabolica, come i cereali integrali, i legumi, le verdure e le frutta. Lo studio si è concentrato sulla pura differenza tra “dieta vegetariana”, “dieta semi-vegetariana” e “dieta non-vegetariana”, nella presunzione che questa differenza fosse significativa, in uno stile di vita ritenuto comune com’è tipico della regola degli Avventisti.

VEGETARIAN DIETARY PATTERNS ARE ASSOCIATED WITH A LOWER RISK OF METABOLIC SYNDROME: THE ADVENTIST HEALTH STUDY 2
Rizzo NS, Sabaté J, Jaceldo-Siegl K, Fraser GE. Department of Nutrition, School of Public Health, Loma Linda University, Loma Linda, California. Diabetes Care. 2011 Mar 16. [Anteprima di stampa]

OBJECTIVE. The study objective was to compare dietary patterns in their relationship with metabolic risk factors (MRFs) and the metabolic syndrome (MetS).
RESEARCH DESIGN AND METHODS. Cross-sectional analysis of 773 subjects (mean age 60 years) from the Adventist Health Study 2 was performed. Dietary pattern was derived from a food-frequency questionnaire and classified as vegetarian (35%), semi-vegetarian (16%), and non-vegetarian (49%). ANCOVA was used to determine associations between dietary pattern and MRFs (HDL, triglycerides, glucose, blood pressure, and waist circumference) while controlling for relevant cofactors. Logistic regression was used in calculating odds ratios (ORs) for MetS.
RESULTS. A vegetarian dietary pattern was associated with significantly lower means for all MRFs except HDL (P for trend < 0.001 for those factors) and a lower risk of having MetS (OR 0.44, 95% CI 0.30-0.64, P < 0.001) when compared with a non-vegetarian dietary pattern.
CONCLUSIONS. A vegetarian dietary pattern is associated with a more favorable profile of MRFs and a lower risk of MetS. The relationship persists after adjusting for lifestyle and demographic factors.

AGGIORNATO IL 19 FEBBRAIO 2015

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7 Commenti:

Anonymous Gerri ha detto...

In effetti sarebbe stato più conferente, e dal maggior valore anche euristico, uno studio che affiancasse l'alimentazione "normale" a quella di orientamento vegetariano tot court, e quella lattoovovegetariana che tenga conto delle più valide conoscenze scientifiche di oggi. Vale a dire attenta a tenere sotto controllo l'indice glicemico, basata su cereali integrali nella giusta alternanza (grano, avena, riso, saraceno), e sulla presenza di legumi tendenzialmente una volta al giorno (fagioli ma specialmente anche fave, ceci, lenticchie, etc).
Perché astrattamente "vegetariana" è pure una dieta basata su patate fritte, riso in bianco al burro, torte farcite alla panna e crostate con la nutella.

13 aprile 2011 alle ore 12:36  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Certo, è quello a cui accennavo in coda nell'articolo. Ma queste cose ci sono in altri studi. Questo studio invece faceva solo la differenza tra "stili" alimentari generali. Pur in presenza di un certo modo comune abbastanza igienico (gli Avventisti hanno questa tendenza). Ma nulla di più.

13 aprile 2011 alle ore 14:01  
Anonymous Singer ha detto...

Bell'articolo.

15 luglio 2011 alle ore 21:06  
Anonymous Anonimo ha detto...

Salve, sono Emiliano, vegetariano da poco tempo. Ho incontrato questo blog interessantissimo proprio per scovare informazioni sulla b12 e sul colesterolo del formaggio e delle uova. Io ho la fortuna di avere le mie galline che scorrazzano nel pollaio e mi offrono le loro uova, sebbene siano alimentate per lo più da mangimi... ma almeno non vengono sfruttate ma ALLEVATE. Ho una domanda e spero nella sua competenza:
- vorrei dare un inizio alla mia scelta vegetariana con delle analisi mirate da ripetere annulamente per tener sotto controllo quei valori ritenuti importanti importanti che mi possano garatire la continuazione di una vita sportiva. Sono sempre stato un abile cuoco e mi piace la dieta mediterranea. Mi nutro di molti legumi e verdure e ogni tanto mi concedo una birra doppio malto o grano. Mi consiglia un articolo o può darmi delle dritte? E' meglio affidarsi ad un dietologo per i primi tempi? Come si verifica la competenza di un nutrizionista? Grazie

7 febbraio 2012 alle ore 10:45  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Emiliano, la dieta vegetariana non è una malattia. Soprattutto se è lacto-ovo, è assolutamente equiparabile ad una ordinaria. Attento ai formaggi, ogni eccesso è dannoso. Se sei in buona salute puoi utilizzare spesso le uova (non fritte, se non di tanto in tanto). Ma la B12 è e sarà sempre scarsa (con qualunque dieta). Perché tutti i cibi che la contengono... devono paradossalmente essere consumati poco. Del resto, ne serve poca, e il suo fabbisogno è stato calcolato in leggero eccesso: se qualche giorno è deficitaria non succede proprio nulla! Per fortuna il nostro corpo è molto elastico al riguardo. Ma leggiti anche l’articolo sui Fitati segnalato nel colonnino. Dopodiché, certo, dopo qualche mese, fa pure gli esami che tu e il tuo medico richiedete. Ricordati però di mangiare ogni giorno farinacei tutti integrali e legumi. Più molte verdure crude e cotte. Questi 3 sono i veri segreti vitali. Se la dieta complessiva è di questo tipo puoi mangiare anche un uovo al giorno, più yogurt e un biocchiere di latte, oppure ricotta. Ma leggi anche l'articolo sulla B12 (v. colonnino), e anche i tanti articoli sul sito L'Alimentazione Naturale (v. link sul colonnino).

10 febbraio 2012 alle ore 17:08  
Blogger Unknown ha detto...

Salve, ho un quesito sul Colesterolo. Pratico il running su strada. Dopo circa un anno di alimentazione vegetariana le mie analisi del sangue sono straordinariamente perfette. Creatinemia scesa da 1,17 a 0,93. Ferro e sangue come al solito. Trigliceridi, glicemia e invariati. Got Gpt migliorati. Proteine totali nella norma. Il colesterolo Tot è diminuito da 180 a 153 ma l'HDL da 56 a 41. Certo, dopo una storta che mi ha impedito di correre regolarmente per 6 mesi sapevo che sarebbe sceso. Ma credo centri l'alimentazione. Il medico di famiglia non mi sembra preparato e in rete trovo: "Una diminuzione del colesterolo HDL nel siero può essere dovuta a ipolipoproteinemie, diabete scompensato, disordini epatocellulari, colestasi, sindrome nefrosica, insufficienza renale cronica". Urine un po' acide, ma la sera prima ho ingerito del vino rosso in un conviviale. Considerazioni?

28 novembre 2012 alle ore 12:12  
Blogger Nico Valerio ha detto...

HDL. E' più facile alzare o abbassare il colesterolo totale che le HDL, con metodi naturali alimentari. Poi si tratta di condizioni strettamente individuali che solo un terapeuta specialista che ti tiene in osservazione potrebbe valutare. Tuttavia in teoria se capitasse a me io mi comporterei così: praticherei uno stile di vita strettamente naturista. Intanto rifarei l'analisi in un altro momento presso altro laboratorio (ci sono differenze). Poi riprenderei - quando possibile -l'attività sportiva regolare aerobica (almeno cyclette, al limite), cercando di restare seduto il meno possibile. Poi legumi ogni giorno 1 piatto (meglio se al posto dei cereali), cereali solo integrali (pane, pasta, fiocchi, chicchi, pizze ecc), semi oleosi crudi e freschi (non conservati a lungo, ma dell'ultimo raccolto e ben conservati al fresco), olio di oliva extra crudo. Mangerei molto a colazione, meno a pranzo e meno ancora a cena (in kcal). Rispetterei e supererei le fatidiche 5-6 pz di verdura (min 3-4, più cruda che cotta) e frutta (min 2-3) al giorno. Tutti cibi che ovviamente devono essere assunti non oltre il proprio fabbisogno calorico e nutrizionale (osservare peso settimanalmente, e regolarsi di conseguenza: dobbiamo restare magri, non normo-peso...:-)). Alcuni ortaggi come aglio e cipolla e spezie varie potrebbero essere utili. Trovi dati ormai vecchiotti ma ancora validi sul mio Man di Ter con gli Alim (esaurito, v. Biblioteche).

28 novembre 2012 alle ore 13:01  

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