Ma perché la nostra cucina è così strana, esotica e snob?
1. Qualunque piatto viene trasformato in una caotica insalata russa. Senza che gli incolpevoli russi ne sappiano niente: loro per fortuna non hanno l'insalata russa. Insomma tutto insieme, a caso, randomly.
2. Se non tutte le pietanze, certo quasi ogni pasto ha qualcosa di esotico, meglio se orientale. Diciamoci la verità: che sarebbe la dieta di certe nostre giovani amiche veg senza Mr. Tofu? E dire che Gandhi divenne vegetariano... frequentando i ristoranti vegetariani di Londra! (cfr. la sua autobiografia).
Per concludere, Signori della Corte, abbiamo perso o stiamo perdendo la nostra stupenda e saporita semplicità naturista e vegetariana, fatta di un'enorme ricchezza e varietà di alimenti. Infatti, che bisogno c'è di essere "strani" o "esotici" in modo sempre uguale, quando la nostra terra produce centinaia di cibi vegetali diversi?
Noi vegetariani italiani, in particolare, non abbiamo certo da invidiare nessun’altra tradizione gastronomica. Grazie al clima e alla fertilità del suolo, abbiamo sempre avuto, fin dal tempo degli Etruschi, una cucina a base vegetale ricca e variatissima. Gli ambasciatori venuti dai più lontani Paesi trasecolavano nel vedere tanta abbondanza negli orti e nella natura. Questo mentre, per esempio, nella arida e poverissima Grecia la gente spesso non aveva di che mangiare, e si doveva importare a caro prezzo quasi ogni cibo dal fertile Ponto Eusino. E mentre in Cina mangiavano quasi solo riso (allora, per fortuna, integrale) e soia, da noi c'erano per l'uso quotidiano decine di cereali e legumi. Lo scrittore scientifico Plinio arrivò alla conclusione che i Romani avevano a disposizione per la tavola circa "mille erbe" e piante diverse. Perciò siamo stati i primi. Basti pensare all’opera infaticabile e misconosciuta che gli agronomi etruschi compirono: furono loro a selezionare, migliorare, rendere più mangiabili e polpose, numerose specie agricole, tra cui vari cavoli e broccoli. In pratica, pur non avendo ancora gli alimenti importati dall’America, i nostri progenitori avevano certamente un numero di alimenti vegetali nettamente superiore a quello su cui possiamo contare noi moderni. Soprattutto tra verdure e frutti. Com’è possibile, se oggi con la globalizzazione possiamo mangiare uin po’ di tutto? E’ che allora non si era ancora verificato quell’appiattimento nel gusto generale, quella semplificazione delle specie botaniche alimentari, quella riduzione del numero delle varietà di ogni singola specie, che c’è oggi. La prova? Andate al mercato e cercate le varietà di mele: ne troverete 2, 3, al massimo 4, se siete fortunati 5. I Romani ne avevano oltre 20. Tutto è nato da noi, insomma, ed è un peccato che oggi si perdano le nostre più antiche tradizioni di ricchezza di fonti alimentari, di varietà nella dieta, oltretutto in origine tendenzialmente vegetariana. Perciò mi piace riportare un intervento contro l’inutile, talvolta divertente, ma altre volte irritante, esotismo snob di molti veggies.
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LE STRANEZZE CULINARIE DI ALCUNI VEGETARIANI
di F.L.MANCO, Ass. Vegetariana Animalista
"Molti vegetariani hanno l’errata convinzione che per alimentarsi in modo vegetariano occorre essere esperti di arte culinaria, far ricorso ad elaborare pietanze, attingere ai libri di cucina o seguire le indicazioni degli esperti in fatto di gastronomia, come se il vegetarismo fosse una dieta alimentare inventata di recente e non il sistema di vita di tutte le generazioni che ci hanno preceduto le quali solo occasionalmente avevano la possibilità di consumare pasti a base di carne.
"Sono pochi i vegetariani, e soprattutto le vegetariane, che sanno approntare una cena in modo semplice e conforme ai principi della buona cucina senza ricorrere a cibi esotici, strane combinazioni, spezie orientali, indiane o intingoli di vario genere.
"E’ raro trovare tra i vegetariani la possibilità di mangiare in modo semplice, normale, naturale, senza ricorrere a pietanze di sapore orientale, a spezzatini di soia, seitan, tofu, cous cous, tempeh, proteine ristrutturate, hamburger, polpette vegetali, creme e burro di sesamo, wurstel, affettati, hummus, gomasio, e via dicendo: alimenti in gran parte venuti dall’altra parte del pianeta. Il classico piatto di pasta al sugo di pomodoro resta una pietanza quasi dimenticata; la verdura cotta al vapore e condita con un filo d’olio a crudo, viene spesso sostituita con involtini ripieni, con legumi in polpette ecc.; le patate lesse e la ricca e semplice insalata, senza l’aggiunta di semi di sesamo o spezie varie, vengono quasi sempre rimpiante in ogni cena vegetariana.
"Oltre a dare un’immagine sbagliata della dieta vegetariana, si pensa che per passare dalla dieta onnivora a quella vegetariana occorra integrare nutrienti e sapori che diversamente verrebbero a mancare. Nulla di più sbagliato: la paura che in fondo possa esserci la carenza di qualche nutriente resta perfino agli addetti ai lavori. Il potere della medicina allopatica e dei nutrizionisti televisivi continua a mietere vittime anche tra i più aggiornati, eppure basterebbe chiedersi se nei prodotti di derivazione animale vi sia qualcosa che non è contenuto nel mondo vegetale per neutralizzare qualunque dubbio e soprattutto basterebbe chiedersi se il nostro organismo di animali fruttariani ha bisogno (per stare in buona salute) di consumare prodotti cadaverici di derivazione animale.
"Mangiare in modo vegetariano è la cosa più semplice, più buona e più salutare del mondo: non significa inventare un nuovo modo di alimentarsi ma semplicemente escludere dalla propria dieta ciò che non è compatibile con la nostra natura e mangiare tutto il resto che il mondo vegetale ci offre in modo così copioso. Cioè una volta esclusi animali (e possibilmente anche derivati) si può liberamente consumare tutti i cibi vegetali possibilmente di stagione, integrali e biologici. E il gioco è fatto. La vita diventa più semplice; il portafoglio ne risente positivamente, ne beneficia anche la natura oltre la nostra salute. La dieta va dalla pasta alla polenta, dal riso ai minestroni, dalla cicoria di campo alla zucca, dai ravanelli alle carote, dalla lattuga al sedano, dalle lenticchie ai ceci, dalla mela all’arancio, dall’uva passa ai fichi secchi, dalle noci alle mandorle e scusate e è poco. In questo c’è tutto ciò che serve al nostro organismo per vivere in ottima salute. Provare per credere".
Etichette: cibo artificiale, cucina, esotismo, gastronomia, oriente, psicologia, snobismo
8 Commenti:
Bravo! Era ora. Non se ne poteva più di seitan insipido al cocco, e perciò salato con la dannosa salsa di soia (amine eterocicliche cancerogene, l'hai detto tu). Che poi, due gocce valgono come un pizzico di sale... Il tutto a caro prezzo negli "appositi negozietti"... Torniamo al naturale.
Vero, hai colpito nel segno; siamo tutti un pochino snob.
Post geniale, ma manca un pezzo.
Noi vegetariani siamo affetti dalla sindrome della stranezza, quella sindrome che ci spinge a non credere a ciò che ci viene servito dalla maggioranza.
Questo non è sempre un vantaggio...
ma di cose strambe ne facciamo parecchie: siamo attratti dal cibo non convenzionale, dalla medicina non convenzionale, dai film non convenzionali, dal sesso non convenzionale, dai computer non convenzionali........
Stra-daccordo Liut: "strano" è il primo aggettivo che ho messo nel titolo, è proprio l'argomento dell'articolo.
Lady Godiva, il gatto si morde la coda: se "torni al naturale" secondo molti devi entrare nei "negozietti". Ad un business si è contrapposto un altro.
I vegetariani non sono molto più strani ed esotici di un carnivoro che mangia kebab, sushi, o pollo tandori...è normalissimo in questo mondo ormai senza barriere geografiche (perchè quelle mentali sono sempre più forti) che si mangi "esotico" e non trovo strano che i vegetariani soprattutto siano attratti da questi tipi di cibi...direi quasi normale...in paesi come l'india hanno una tradizione legata alla cucina vegetariana millenaria, ma d'altronde nella maggior parte dei paesi poveri il cibo è fondamentalmente vegetariano in quanto meno costoso, quindi è facile trarre ispirazione da un mondo così vasto come quello dei piatti vegetariani "esotici" (che sono fra l'altro naturalissimi...un'hummus non è altro che un assato di ceci...ma ovviamente tanto di cappello anche ad un bel piatto di pasta con i ceci o pane e panelle!!!!)...
Eè vero che molti vegetariani diventano snob nei confronti del cibo...ma credo che lo sarebbero stati anche se fossero stati carnivori!!!!
Io personalmente amo il cibo definito "esotico", così come adoro una bella parmigiana, e conoscere sia un tipo di cucina che l'altra, oltre che creare dei fantastici mix, non mi ha fatto altro che creare l'imbarazzo del "cosa cucino oggi?" al contrario...insomma l'imbarazzo della scelta!
Anonimo dice che noi veg siamo esotici 1. perché ormai la globalizzazione ha reso il cibo interscambiabile, 2. perché sono esotici e snob un po' tutti, 3. perché sono soprattutto i popoli arretrati e-o poveri e-o orientali ad essere di fatto quasi vegetariani, volendolo o meno.
Sono d'accordo su 1 e 2. Ma sul 3.o punto il mio articolo voleva proprio dire che anche le nostre tradizioni (di quando eravamo arretrati e poveri) sono di fatto quasi vegetariane. Quindi che bisogno c'è di andare lontano quando non conosciamo la puls fitilla (v. blog Alimentazione Naturale) o la minestra italiana di... semi di canapa (che aveva sicuramente tracce di cannabinolo!)? Tutto qui. Poi, la cucina è anche creatività e intelligenza personale: ognuno la esprime come vuole....:-)
Ho scoperto oggi il tuo blog e devo dire che ti stimo, ti ritengo una persona molto cosciente di sè e molto razionale, nonchè coerente, cosa che manca molto sia tra i vegetariani che tra i vegani e onnivori...e mi fa piacere vedere una persona per cui l'alimentazione vegetariana non è una moda, mi hai ispirato.
Però ogni tanto direi che prodotti come il seitan possano essere usati per sostituire la carne in piatti gustosi della nostra tradizione che però richiedono la carne (come ad es. i cannelloni al ragù)
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