LACTO-OVO VEGETARIAN

La vera dieta vegetariana
normale, completa,
sana, naturale,
preventiva,
senza carenze,
senza ipocrisie,
senza fanatismo,
secondo la Tradizione
e la Scienza più moderna

09 giugno 2008

La dieta Vegetariana più completa. Lacto-ovo rispetta animali e uomo.

E’ davvero completa la dieta onnivora, cioè quella più comune? In teoria sì, ma in pratica no. Perché oggi, per la pigrizia di chi non ama cucinare, è sempre più una dieta “carnea”, anzi, iper-carnea. Si è notato infatti che chi mangia carne (da noi veg definito ironicamente “carnivoro”, come se fosse un animale) finisce quasi sempre per mangiarne troppa, convinto che sia l’alimento “più rapido” da cucinare e “più nutriente”. Doppio errore.

Ma così si finisce per praticare una dieta sbilanciata, spesso troppo ricca di proteine animali, e carente di fibre (nella carne mancano totalmente). E poiché chi mangia abitualmente carne non si interessa certo dell’aspetto salutistico e preventivo del cibo (la prova è che ignora o non dà importanza al fatto che la carne cotta ad alta temperatura è cancerogena), la dieta onnivora o mista è quasi sempre poverissima di legumi, cereali integrali, verdure e frutta. Inutile aggiungere, poi, che nella carne non esistono sostanze antiossidanti o anti-cancro. Il che, ora che sappiamo che il cibo, il nostro normalissimo cibo di tutti i giorni, perfino se biologico, è ricco anche di sostanze naturali tossiche o cancerogene che vanno neutralizzate da antiossidanti, equivale a dire “ad alto rischio”.

La ricerca moderna, sulla base degli studi epidemiologici, ha provato che la dieta scientificamente più sana e protettiva è quella "mediterranea", che i ricercatori descrivono in pratica come una sorta di alimentazione storica, cioè selezionata nel tempo, a grande preponderanza vegetale, tendenzialmente vegetariana. Noi invece, non facciamo altro che estendere un poco il concetto, interpretandola come compiutamente vegetariana. E il vegetarismo migliore perché più completo, più adatto all'Uomo perché meno lontano dalla sua Storia, biologia e natura, è quello lacto-ovo vegetariano.

Anzi, meglio sarebbe dire, alimentazione “naturista-vegetariana”. Perché “naturista”? Perché deve avere sempre un occhio attento al viver sano e secondo Natura (sia natura esterna, come ambiente-piante-animali, sia natura dell’Uomo, cioè le nostre esigenze tipiche della specie. Di qui la ricerca anche storica del nostro “cibo tipico”, scelto per prove ed errori, “elettivo”. L’armonia con l’ambiente significa anche una minore violenza antropocentrica. E attenzione alla naturalità e semplicità del cibo, e alle sue proprietà protettive, visto che proprio il Naturismo igienico e medico che si ispira a Ippocrate, riduce i rischi delle gravi malattie degenerative dei nostri tempi, dall’obesità alle malattie cardio-circolatorie, dal diabete al cancro. Lo dicevano i medici antichi, lo conferma la scienza moderna.
Ma deve essere ben bilanciata e completa – si raccomandano nutrizionisti e dietologi – meglio se completata da piccole quantità di uova e latticini, per non danneggiare paradossalmente l’animale Uomo. Del resto, così si sono nutriti milioni di Antenati per lunghi periodi, senza sapere che quella loro dieta necessitata e inconsapevole si sarebbe chiamata un giorno “vegetariana”. La Dieta Lacto-ovo-vegetariana è coerente con la Storia dell’Uomo, è stata sperimentata per millenni “per prove ed errori”, sia pure come tendenza o necessità o realtà di fatto, non come scelta consapevole. Perciò, assomiglia molto al regime di “alimentazione naturale” che la specie umana ha seguito istintivamente per lunghi periodi.

Il vegetarismo, che è anche una filosofia di vita e un’etica, sul piano strettamente alimentare consiste nell’escludere ogni cibo che renda necessaria la morte d’un animale, perciò carni fresche, salumi, pesci, crostacei. Il che vuol dire mettere al centro della propria tavola cereali (meglio se integrali) e legumi, verdure crude e cotte, semi oleosi, erbe aromatiche, frutta fresca, ma anche latticini (la ricotta, fresca o essiccata, la le proteine migliori perché deriva dalla lattoalbumina (siero) e non dalla caseina), yogurt, panna, uova, miele.

La moda americana del “fish-vegetarism”, ridicola già nel nome (il pesce che cos’è, una verdura?), vorrebbe dare a intendere che si può chiamare vegetariana una dieta che uccide un animale. Che poi sia “senziente” o no (altra sciocchezza molto diffusa) non vuol dire nulla. Se anche fosse dimostrato che le vongole o le alici o il tonno non provano dolore, sempre comunque un vegetariano vero dovrebbe escludere con decisione pesci, molluschi e crostacei dalla propria tavola. Non per il “dolore” procurato, ma per un principio etico: non uccidere. Che cosa c’entra il ”dolore”, tirato in ballo da non pochi vegetariani? Sarebbe come dire che un uomo, purché imbottito di analgesici e sedativi, cioè fuori dello stato di coscienza, potrebbe lecitamente essere ucciso? Una tesi aberrante.

Del resto, nessuno è obbligato a essere vegetariano. E’ una scelta tipica di persone sensibili e conseguenti sul piano morale ed etico. Ci vuole, non di fronte agli altri, ma di fronte a se stessi, un minimo di coerenza. Anzi, noi vorremmo anche un massimo di coerenza, come il comportarsi in modo non-violento anche e soprattutto lontano dalla tavola, nella vita quotidiana, nei rapporti con gli altri uomini. Cosa che pochissimi vegetariani e vegan fanno, riducendo tutta la loro ricerca di non-violenza al solo pasto, che è una piccola espressione della vita.

Quindi, non uccidere animali, è il primo comandamento di un ideale decalogo della non-violenza. Anzi, in teoria, se fossimo pura intelligenza senza corpo e quindi senza bisogni nutritivi, non dovremmo neanche uccidere vegetali, come pure facciamo mangiando i cespi di insalata, un ravanello, il broccolo ecc. Ma dobbiamo pur vivere, e se non vogliamo fare una violenza grave all’animale uomo, cioè a noi stessi, qualcosa dobbiamo pur mangiare.

Ma potremmo mangiare soltanto alimenti assolutamente non-violenti? Certo: la frutta, i frutti dell’orto (pomodori, zucchine, peperoni ecc.), i semi (legumi, semi oleosi, cereali), il latte, i latticini, le uova e il miele, sono tutti alimenti davvero non-violenti, perché non causano la morte, né della pianta – che è un vivente, ma spesso lo dimentichiamo – né dell’animale da cui provengono. 

E le verdure? Unica eccezione sono le verdure a foglia, le radici e i gambi, fateci caso, proprio i cibi considerati più innocui: sul piano filosofico e anche biologico non sono diverse dalle carni, perché la loro “raccolta” causa la morte del vivente. Purtroppo quasi sempre la raccolta d’una pianta di verdura significa la fine della vita per quell’individuo vivente (spinaci, lattuga, indivia, ravanello, cardo, sedano, basilico, prezzemolo, aglio, cipolla, rapa ecc). Perché “quasi sempre”? Perché alcune verdure, che ugualmente sono tagliate senza pietà, potrebbero teoricamente continuare a vivere per poco, anche se private dell’infiorescenza (carciofo, cavolfiore, broccolo ecc.), ma ritenute ormai “inutili” sono estirpate o lasciate seccare.

Triste a dirsi, è proprio la nostra vita, anzi, la Vita stessa sulla terra, che si basa sull’alternanza di vita e morte, comunque di varie forme di violenza. La vita nasce dalla morte, e a sua volta di conclude nella morte. Legge inesorabile della trasformazione universale e dell’ecologia. Violenza, morte, che possiamo, dobbiamo ridurre, ma non riusciamo a eliminare del tutto. Perché altrimenti neanche l’animale Uomo potrebbe vivere.

Infatti, proprio le verdure, a rigore esseri viventi come tutti gli altri, anche se classificate dagli studiosi come gradi inferiori nella complessità dei viventi e le più lontane dall’Uomo (ma attenti a non cadere in una sorta di razzismo delle specie), sono state per millenni il cibo più diffuso e abbondante, il vero amico (mal ricambiato) dell’Uomo affamato, che non si poneva certo simili problemi filosofici. E del resto i saggi dell’India, tra i quali gli antichi gimnosofisti, da cui la filosofia e la pratica del Vegetarismo proviene, avevano già risolto il problema, con una umanissima e realistica mediazione: siamo uomini, non anime, quindi bisognosi di alimenti. Dunque, i più sensibili di noi cerchino di evitare almeno le violenze inutili alla propria salute, escludendo cioè l’uccisione degli animali e nutrendosi – se vogliamo essere non-violenti – soltanto di alimenti che no causino la morte dell’animale.

Questa è la famosa “dieta vegetariana”, di gran lunga il più diffuso e antico dei regimi alimentari alternativi (vegetarismo, macrobiotica, veganismo). Si chiama anche “Vegetarismo completo” o “Dieta Vegetariana completa”. Ma è significativo che negli studi medico-scientifici di tutto il mondo sia denominata “Lacto-ovo-vegetarian Diet”, cioè dieta lacto-ovo-vegetariana. Di qui il nome del nostro sito.

Ha tutti i princìpi nutritivi, non manca di nulla, neanche della vitamina B12 o del ferro. La rara B12 è presente in latticini, latte, yogurt, formaggi e uova (v. apposita monografia con tutti i segreti per utilizzarla al meglio, per non distruggerla e per non rischiare la carenza grave). Il ferro, anzi, è paradossalmente più abbondante nel vegetariano completo che negli onnivori, in media, perché ne sono ricchi legumi e alcune verdure, sempre presenti nel piatto vegetariano). Nutrizionisti, dietologi, medici specialisti in alimentazione, che ci guardano storto se diciamo di aver abbracciato la dieta “vegana” (quella estrema senza latticini né uova né miele, praticata da poche persone), non possono dirci nulla. Al massimo vorranno sapere se davvero la nostra dieta pratica, nome a parte, nella realtà di ogni giorno apporta tutti i nutrienti necessari. Perché, attenzione, si può mangiar male, avere cioè una dieta sbilanciata e carente, quindi poco sana e non protettiva, con qualunque regime alimentare, anche vegetariano. Per questo, non basta aver fatto una “scelta di vita” un bel mattino di qualche mese o anno fa, ma bisogna controllare, avere un atteggiamento vigile e critico verso la propria dieta ogni giorno, ad ogni pasto.

E la dieta “vegan”? E’ molto più radicale ed estrema. Esclude, oltre a carni e pesci, anche latte, yogurt, latticini, formaggi, uova, miele, alimenti che l'Uomo, a differenza della carne, ha sempre consumato in modo regolare, tanto è vero che gli inizi di quasi tutte le Civiltà furono pastorali. E’ una forma di auto-privazione etica che va al di là dell’uccisione degli animali e, innovando totalmente con la Storia e le tradizioni antropologiche (mai, se non forse – e non è provato – presso remote comunità di monaci in Oriente, è stata praticata in passato), esclude dall’alimentazione dell’uomo qualsiasi alimenti di origine animale, compresi i frutti non-violenti e spontanei come latte e uova.

Ha sicuramente molte carenze, di cui una molto importante: la vitamina B12, che si trova solo nel cibo animale e che senza la quale l’uomo – è dimostrato – non vive bene. Si esclude quindi che sia più sana.
Ma è vero che la dieta vegan è più “etica” di quella vegetariana? Non è detto, anzi spesso è vero il contrario, paradossalmente. Perché un regime alimentare vegetariano completo, cioè lacto-ovo-vegetariano, è molto più facile e semplice da mettere in pratica, molto più duraturo di uno vegan, in quanto molto più tollerabile da chiunque: bambini, giovani e vecchi, uomini e donne. Quindi si estende rapidamente e così incide di più sul costume sociale e sulla salute individuale, perché grazie al minor rischio di carenze nutrizionali non allarma parenti, amici, dietologi, nutrizionisti e medici. Mentre una dieta veganiana, che è molto più complessa e difficile da realizzare per evitare carenze, spesso – se non sempre – deve essere interrotta anzitempo per “ordine” del medico, anche perché altrimenti finirebbe per compiere danni al soggetto che l’ha messa in pratica improvvisando a cuor leggero e senza una cultura scientifica adeguata, come si accenna ironicamente in un articolo.

Certo, neanche l’antica dieta lacto-ovo-vegetariana rende inutili gli allevamenti, che per quanto antichissimi (a 10.000-8000 anni a.C., a seconda della specie, risalgono le domesticazioni, non tanto diverse però da quelle di cani e gatti, spesso innaturalmente presenti e senza un minimo di auto-critica nelle case di persone che poi criticano duramente gli allevamenti di vacche, pecore, capre e galline, o l’ammaestramento nei circhi) sono spesso indubbiamente una forma di violenza. E come potrebbe? Del resto, neanche i pochissimi vegan, a maggior ragione perché pochi, potrebbero ridurli in modo visibile o addirittura vietarli. Quindi non è corretto né onesto invitare a “diventare vegan per eliminare gli allevamenti”, riduzione o eliminazione che solo gli onnivori di tutto il Mondo potrebbero ottenere, non certo i vegetariani. Velleitarismi, utopie irrealizzabili, demagogia e bugie, magari per avere più iscritti al proprio club e quindi più finanziamenti, che non hanno giovato all’intero movimento Veg

Allora è molto più utile e fattibile, quindi più onesto, battersi come fanno i vegetariani per ridurre al minimo gli allevamenti, grazie alla minore richiesta di mercato in un Mondo in cui solo pochi mangeranno carne (e in minore quantità), propugnando il ritorno a forme minime, naturali e non-violente di allevamenti, simili a quelli semibradi degli Antichi.

E l’efficienza psicofisica? Il lacto-ovo-vegetariano mostra un tono nettamente migliore nella vita d’ogni giorno. E’ questo il punto cruciale, come ho avuto modo di osservare attentamente su numerosissimi soggetti. L'esperienza quotidiana in ogni occasione, anche sportiva, ha fatto vedere una situazione di cui quasi nessuno parla. Io stesso, scrivendo i libri Il Piatto Verde e L’Alimentazione Naturale, ho citato autori e studi che magnificavano il rendimento di atleti vegetariani. Li ho riferiti con obiettività e compiacimento. La cosa mi faceva molto piacere, essendo io stesso contemporaneamente vegetariano e cultore del movimento o esercizio fisico, specialmente nella Natura (che per un vegetariano dovrebbe essere la norma). Ma – delusione atroce – la realtà che ho sempre osservato con i miei occhi come guida di centinaia di escursioni in montagna o in pianura è stata ben diversa. Tanto da far pensare o che nelle interviste i famosi sportivi “vegetariani” non dicessero la verità ai giornalisti sulla propria dieta, per apparire più popolari o per costruirsi un’immagine “buona” e positiva, oppure che ricorressero in realtà – dieta veg o no – a una gran mole di sostanze e farmaci. E, chissà, forse proprio la purezza di una dieta veg aveva il compito di ripulire la coscienza degli sportivi professionali da trucchi, integratori e pillole.

E ho anche visto una realtà che non risulta dagli studi scientifici sui vegetariani, evidentemente condotti su soggetti selezionati in un certo modo: che, cioè, i vegetariani tutti (lacto-ovo e vegan) sono meno inclini allo sport, allo sforzo fisico, cioè non solo a superare ma addirittura ad affrontare lo stress della fatica, rispetto agli onnivori. Da vegetariani c’è da restare sbalorditi e dispiaciuti da questa realtà psicofisica (forse più psicologica che fisica) così diversa dalle interviste che si pubblicano – che alle volte sembrano essere propagandistiche – e che a mia volta ho diffuso e ripubblicato. Anche amici veg ciclisti (compreso uno che faceva mostra di muoversi tutto il giorno in bici) praticavano questo esercizio con estrema moderazione, cioè a bassa o bassissima intensità. Più volte invitato a un’escursione a piedi tra boschi e monti, in oltre 30 anni quell’amico veg “ciclista soft” ha sempre rifiutato. Certo, bisognerebbe condurre uno studio serio e controllato su migliaia di soggetti, sia lacto-ovo, sia macrobiotici, sia vegan.  All’interno di questa tendenza, però, si nota empiricamente, cioè con la semplice osservazione critica e comparativa, che il lacto-ovo vegetariano sembra vivere, camminare, correre, saltare meglio del vegan, sia più tonico e attivo, più incline all'esercizio fisico, meno soggetto a debolezza e fatica. Così come appare più bilanciato nell’equilibrio psicologico e di fronte allo stress emotivo.

Non è un caso che, per esempio, che nelle prolungate escursioni in montagna, aperte a tutti gli amanti della Natura, pochi sono stati i vegetariani osservati, ma certo mai nessun vegan. Segno di una dieta lacto-ovo-vegetariana più efficace, di una vegan meno efficace, oppure di un problema psicologico di stato “difensivo” e di insicurezza che tocca tutti i “veg”, come se – è solo un’ipotesi teorica – le diete veg, tutte e in particolare quella vegan, fossero viste inconsciamente da molti praticanti come “diete ad alto rischio” (il che non è assolutamente vero, dice la Scienza) e quindi dovessero essere accompagnate da comportamenti prudenziali e di estrema cautela nella vita quotidiana? Non è ancora ben chiaro. Ma temo tutte e tre le cause.

Fatto sta che permane, non solo nel vegan ma anche nel lacto-ovo-vegetariano, un certo timore di esporsi allo sforzo fisico, una sorta di paura per il movimento e per la messa “alla prova” del proprio corpo in condizioni ritenute “estreme”, “non normali” (e che invece sono normalissime da che mondo è mondo). Insomma parecchi veg – e non mi riferisco certo ai tanti “veg da palestra” inclini agli integratori – pare quasi che vivano “frenati”. Ma evidentemente la dieta non c’entra sempre: ci devono essere problemi psico-fisici, in alcuni casi, all’origine stessa della drastica scelta alimentare, lacto-ovo o vegan che sia.
E c’è, a proposito di esercizio, efficienza e palestre, anche un altro aspetto, come dire, “etico-tossicologico” o, se la parola disturba, “etico-chimico”. il lacto-ovo-vegetariano non ricorre o fa ricorso di meno e di rado a quello che potrebbe essere considerato un vero e proprio "doping" (se fosse efficace): l'integratore. Che è, diciamola tutta, una grande e inescusabile ipocrisia, un alibi per poter continuare a considerarsi "puri" e "non-violenti totali" senza esserlo affatto, e anzi truccando la dieta naturale con le pillole, continuando perciò a mangiare male. Se non è disonestà, questa...

E' proprio sul piano etico, quindi, prima ancora che su quello salutistico, che spicca l'onestà del lacto-ovo-vegetariano. E' un realista, dice la verità.

Il lacto-ovo-vegetariano dà a intendere meno del vegan che nella vita reale (famiglia, scuola, lavoro, rapporti inter-personali, tempo libero, cultura, politica, economia ecc.) ci si può comportare come tutti, se non peggio, quasi che l’intera vita non fosse così importante come la dieta. Insomma, solo a tavola è possibile eliminare la violenza del Mondo?  E’ assurdo. Al contrario: la coerenza nella vita quotidiana è molto più importante di qualsiasi dieta.

Ma il lacto-ovo-vegetariano saggio – e non so quanti ce ne siano così – dovrebbe ammettere che l'Uomo, pur il più consapevole, generoso, altruista, ma pur sempre Uomo, cioè intriso di vita e di morte come tutti gli animali, anzi, contraddizione vivente di altruismo e violenza, egoismo e generosità, ragione e istinto, buonsenso e follia (anche Hitler, dopotutto, amava gli animali ed era dolce coi bambini), non può cambiare il Mondo stando seduto alla propria tavola. Sarebbe troppo comodo e facile. L’uomo può soltanto ridurre la violenza, cercare di ridurla al minimo compatibile con la vita, se e quanto è possibile. Cominciando dalla tavola, certo, purché si applichi coerentemente la non-violenza anche a tutti gli altri aspetti della vita. Non è onesto affermare che

Ecco perché è logico, doveroso e anche utile limitare o, per quanto riguarda noi vegetariani, evitare le uccisioni degli animali "da carne". Perché la “carne” vuol dire la morte di altri esseri viventi, gli animali, senza poter dare la vita all’Uomo. Per noi è storicamente e nutrizionalmente inutile. Nessun uomo si avventa su un animale e neanche su una bistecca quando ha fame, anche perché la carne non sfama: non ha carboidrati. E infatti nella Storia è sempre stata poco o pochissimo o sporadicamente consumata. E non ha neanche le migliori proteine – come invece tutti, medici compresi, credono – visto che per valore biologico proteico viene molto dopo uova e latticini (80 rispetto a 100, circa).

Ma la Storia e l’antropologia, invece, danno ragione alla scienza della nutrizione sugli altri cibi proteici, che non prevedono l’uccisione degli animali. Perché la vitamina B12, fondamentale per la nostra vita, sia pure in minime quantità, è presente solo in latticini e uova, se abbiamo deciso di non uccidere e di eliminare la carne.
Segno, quindi, che la nostra Natura pretende questi cibi, anche in piccole quantità. Ed è provato che latticini e uova furono i primissimi cibi dell’Uomo, anche prima degli allevamenti, molti millenni prima dei cereali coltivati, grazie al fatto che sono alimenti già pronti, di facile e immediato consumo. Una completa monografia sulla vitamina B12 che realmente trovano nel cibo i vegetariani è leggibile in un articolo dedicato.

I latticini, del resto, sono stati così importanti storicamente che tutte le nostre civiltà nacquero da pastori, prima ancora che da agricoltori, tanto è vero che perfino gli Etruschi e i Romani offrivano il latte agli Dèi, prima del vino, e le più importanti pietanze di Roma erano a base di latticini: la polentina di miglio macinato cotto nel latte (puls fitilla), il pane rituale per gli Dèi, i matrimoni e le ricorrenze fatto di farina e ricotta (libum), perfino il timballo di lasagne e ricotta descritto da Catone (placenta), il famoso impasto al mortaio di formaggio, aglio, erbe aromatiche e olio da spalmare sul pane di pastori e contadini (moretum),  la bevanda dissetante di latte e crescione (lepidium) dei contadini, ecc. Senza contare la tradizione di cominciare il pasto con l’uovo e finirlo con la frutta (“ab ovo usque ad mala”, dall’uovo alle mele). E il popolo tradizionalmente più vegetariano al Mondo, quello indiano (di religione indu), non per caso i latticini li consuma (anche se non le uova, ritenute a torto quando non fecondate, “alimento destinato ai pulcini”).

Esistono, insomma, prove storiche e antropologiche, oltreché nutrizionali, che l’uomo antico non solo era tendenzialmente vegetariano, ma preferiva consumare latticini e-o uova al posto delle carni di animali che occorreva uccidere. Il che avrebbe comportato non solo un certo grado di violenza inutile verso gli animali ai quali all’epoca era affidata l’agricoltura, ma anche uno spreco economico insostenibile e inammissibile per quei tempi. Uccidere un bue sano era reato grave, per questo motivo. Mentre berne il latte era lecito. E una società del genere dette ottimi risultati, a quanto pare. Creò diritto e architettura, democrazia e tecnologia, la Venere di Milo e la Gioconda (a proposito, quest’ultima fu dipinta proprio da un lacto-ovo-vegetariano). O vorreste tornare indietro, quando la mancanza di proteine (la caccia era difficilissima e sporadica) rendeva l’Uomo un essere brutale sempre alla ricerca di cibo e incapace di costruire società e cultura?

Latticini e uova, insomma, essendo la base della nostra Tradizione sono stati sperimentati per migliaia di anni, non sono un qualsiasi cibo nuovo, inventato dall’industria o dai ristoranti fast-food. In pratica è come se tutta la Storia sia stata, al riguardo, un enorme studio scientifico sulla alimentazione naturale e sull’uso dei cibi proteici non carnei. Ecco perché possiamo ridurli, certo, ma non possiamo eliminare dalla nostra alimentazione uova e latticini. Perché fanno parte della nostra “alimentazione naturale”, cioè antropologica, provata per millenni. Del resto, quanti altri cibi sono stati “provati” così a lungo?

E' la nostra Storia, la Natura, il nostro corpo, che dobbiamo ascoltare, non le filosofie, le religioni e le ideologie, che cacciate dalle università si sono rifugiate nel cibo, tipico refugium peccatorum perché interessa tutti, materia solo apparentemente “facile”, quindi regno dei mediocri e ignoranti della sottocultura di provincia. Ricorderò sempre una lettera di un sedicente, severissimo, club “igienista”: conteneva tanti e tali elementari errori di lingua italiana da far pensare ad uno scherzo. Questo è il livello culturale. Basti dire che un sito e un libro che si intitola abusivamente alla alimentazione “naturale” sono tenuti da un rappresentante di commercio. 

Ma quello che più urta e offende di molti vegan è il ricorso continuo alle bugie, il polemismo eccessivo, il fanatismo da setta, l' aggressività verso chiunque non sia vegan. Sono vizi gravi per chi si definisce e si vanta di essere "non violento" totale, che è invece solo una vanteria infantile, poiché la non-violenza assoluta è una utopia irrealizzabile incompatibile con la vita umana, dato che la natura biologica e la vita dell'Uomo, la sua origine, la sua Storia, sono imbevute di violenza. Violenza che noi umani possiamo - se siamo onesti - solo limitare, ridurre, moderare, ma non eliminare. E tantomeno solo a tavola, che è un piccolissimo aspetto della vita, mentre preponderanti per capire il grado di violenza d'un uomo sono i suoi rapporti con gli altri, le due idee, le sue parole, i suoi scritti, i suoi comportamenti. Altro che il solo cibo. E invece, è diventata una macchietta tradizionale, tanto è frequente, la figura dell'estremista vegan, tanto non-violento a tavola, quanto aggressivo e isterico è nella vita quotidiana con parenti, amici, colleghi di lavoro ed estranei. Basta, come esempio, leggere o guardare, i siti vegan su internet...:-).

Questo rigore inutile mai preteso da nessun popolo nell'Antichità, questa utopia irrealizzabile spacciata per virtù quotidiana, e poi il comportamento contrastante nella vita di tutti i giorni, scandalizzano e danno un'immagine contraddittoria e caricaturale di molti attivisti vegan (e ogni vegan, sia chiaro, tende a essere attivista e propagandista). Ma poi, che altro è la propaganda martellante se non una piccola forma di violenza psicologica? Non è bello di molti vegan, neanche il disprezzo per la Scienza, che è solo la conoscenza della Natura (e il suo contrario è l'ignoranza, perché non esiste una "scienza alternativa"). E poi non parliamo del mare di finti “esperti” imbroglioni che non studiano, leggono solo gli opuscoli, i siti e i libri che piacciono, eppure prescrivono in modo autoritario agli altri, creduloni, diete che essi stessi non seguono. E poi che cosa c'entra lo spiritualismo? Lo spirito che già non esiste nell'Uomo, esisterebbe dunque negli animali, che malgrado il nome, sono ritenuti perfino dai teologi cristiani e islamici che vedono spiriti e anime dappertutto "senza anima"? Invece, torniamo alla Terra e alla sua Storia e storia naturale. Le filosofie e le religioni non c’entrano nulla col cibo, non devono entrarci. E da che mondo è mondo, le teorie filosofiche mal interpretate e le religioni hanno già fatto troppi danni sotto forma di intolleranza, fanatismo, violenze, uccisioni, perché possiamo permettere che si infiltrino anche nell'alimentazione.

Il vegetarismo (lacto-ovo-vegetarian) non basta? Ma se già i vegetariani  sono pochi, pochissimi, in barba alle indagini demoscopiche truffaldine, perché fatte per ingraziarsi l’industria o commissionate da produttori di alimenti veg o bio, come può constatare ogni vegetariano guardando la propria rubrica telefonica o di email ! Perché, allora, si sta verificando negli ultimi anni questa una folle corsa a posizioni sempre più oltranziste, estremistiche, che ricorda certo infantilismo politico degli anni 70? L'amore per gli animali? Non c’entra nulla: è un pretesto. L’animalismo, cioè la non-violenza, è una cosa, l'animalismo estremistico è un'altra, perché è violento.

Non è lecito moralmente strumentalizzare gli animali per criminalizzare altri uomini, o addirittura l'Uomo; è vergognoso utilizzare gli animali per meglio odiare e screditare con la scusa di una presunta "morale" i nostri avversari. Se è inteso così, come puro strumento di lotta “politica” e di odio, il veganismo non è migliore di altre ideologie estremistiche, e il veganiano non è "più buono" o "più onesto" del vegetariano o dell'onnivoro, come – sia ben chiaro – il vegetariano lacto-ovo non è più buono dell’onnivoro. Abbracciare un’ideologia non ci garantisce la retta via. Lo abbiamo sempre avuto sotto gli occhi: filosofi, guru, asceti, monaci, suore e preti, e a maggior ragione vegetariani o veganiani, non sono certo più buoni e onesti degli altri uomini.

Contro gli eccessi missionari e propagandistici di ideologie estremistiche e fanatiche che restringono una pretesa “morale” solo alla dieta, senza toccare tutte le altre attività della vita quotidiana, anzi, diffondendo odio e falsità anti-scientifiche (tre esempi a caso: l’inutilità della vitamina B12 che secondo loro sarebbe “propagandata da un complotto di industrie farmaceutiche”, e la dannosità di latticini e uova, che invece sono stati tra i primi cibi dell’Uomo storico e gli hanno permesso di evolversi e progredire magnificamente), questo sito sarà sempre in prima linea.

La scelta vegetariana, intesa nella sua normale e praticabile accezione storica e scientifica, è da sola così importante, che se la praticassero per ipotesi tutti gli uomini, l'aspetto stesso della Terra cambierebbe. E gli uomini sarebbero meno aggressivi anche tra loro. Non c’è bisogno, perciò, anzi è controproducente, esagerare, estremizzare, inventare, falsificare. Invece, oggi, basta  dare uno sguardo a siti, opuscoli e manifesti in cui si legge che i… macellai sono dei criminali… per rendersi conto, purtroppo, che l'aggressività e il ricorso a falsità infantili di molti sedicenti “vegetariani” e “vegan” supera di molto quella degli onnivori.

Questo sito, perciò, intende svelare le mistificazioni, far notare le contraddizioni e le falsità, denunciare le disonestà nel campo dell'alimentazione vegetariana. Un compito morale ed etico, quindi. Ma anche scientifico, perché la verità è sempre legata alla conoscenza, quella vera, accreditata, riconosciuta dalla comunità dei ricercatori. non da un solo studioso eccentrico che a 80 anni, in pensione, s'ìinnamora non della verità ma di una teoria, e all'improvviso dice il contrario di quello che ha sempre detto e fatto. Ecco, perciò, che le ragioni della Ragione, diventano le ragioni della Morale individuale e anche collettiva (l’Etica). 

Un'Etica della falsità non è Etica: l'Etica vuole le verità, con i pro e i contro, con i pregi e i difetti, con i limiti di tutte le cose della Terra. E anche il vegetarismo, che è un tentativo generoso, solo un tentativo dell'uomo per "ridurre" il male, a cominciare da quello inutile (quello nell'alimentazione), fa parte di questo mondo relativo e imperfetto. E le verità sul cibo le danno solo la Storia e la Scienza. Il vegetarismo, nella sua accezione storica consolidata, cioè lacto-ovo-vegetarismo, non è, non può essere la risoluzione a tutti i mali e le violenze del Mondo: è stupido pensarlo. Neanche elimina il carico della nostra violenza personale, sia caratteriale e comportamentale che biologica (non dimentichiamo che la nostra vita vuol dire la morte per milioni di microrganismi e animali dentro e fuori di noi: basta respirare, mangiare, digerire, camminare). Ma il lacto-ovo-vegetarismo è la migliore dieta possibile per ridurre al minimo quella violenza che è impossibile eliminare del tutto dalla vita dell'Uomo, sia verso se stesso che verso il mondo circostante. E anche provocare carenze è fare violenza. E' un regime alimentare moderato, possibile, relativamente facile, tradizionale per l'uomo (quindi già conosciuto e provato), coerente, sincero e onesto. Non è "perfetto" come nessuna cosa umana, e proprio grazie alle sue "imperfezioni" (pensiamo solo ai microgrammi o milligrammi di caglio animale che saranno presenti in una porzione di qualche formaggio: c'è molta più "vita" batterica destinata a morire, per far vivere noi, nel nostro colon!) che è sincero e tollerante. Ma è onesto, perché non si vanta di cambiare il Mondo e trasformare i criminali in angeli (entrambe falsità) e non dice di essere una "pura" dieta vegan per poi imbottirsi di pillole di integratori (che non solo sono in contraddizione con l'alimentazione naturale, ma anche un'ammissione che non si crede nella propria dieta). Ed è anche più coerente. Se si pensa agli allevamenti, bersaglio tipico dei vegan e che i vegetariani vogliono ridotti molto di numero e allo stato semi-libero, non si può non notare la contraddizione stridente di molti oltranzisti vegan che non solo talvolta fanno violenza a se stessi con le carenze e un regime auto-imposto con masochismo, ma spesso detengono animali da compagnia in casa, quindi in cattività! E che altro è questa "amorevole" prigionia se non un allevamento, anzi, il peggiore, perché per futili motivi? Inoltre, a differenza del regime vegan, spesso interrotto subito per motivi di salute o pratici o per ordine del medico o per mutevolezza d'idee, la dieta lacto-ovo-vegetariana, lungamente sperimentata nella Storia, dura a lungo, quindi ha effetti molto maggiori. Il lacto-ovo-vegetarismo è perciò la migliore mediazione possibile tra la salute dell'uomo e la vita degli animali, tra etica e vita umana. 

AGGIORNATO IL 29 SETTEMBRE 2015

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27 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

perfettamente d'accordo, e sono certa che la manifestazione di Roma sia stata uno spunto utile per queste riflessioni.In certi casi (non sempre) la violenza (in primis verbale) di alcuni siti vegan mette i brividi...azzeccatissimo il titolo dell'articolo. Rispettiamo tutti gli animali, "uomo compreso"!Little Sweet Star

17 settembre 2008 alle ore 16:49  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Caro Al vegan, tutti hanno diritto di manifestare la propria idea, è vero, specialmente per me che sono liberale. Anche se la formula l'ho messa per cautelare l'autore del blog circa la legge sulla stampa.
Ma tu non calcoli che c'è anche libertà di critica. Senza offenderci possiamo discutere, ma tu, scusa, sei un po' pesante nel linguaggio: dai praticamente dei violenti ai vegetariani non-vegan. Quasi li metti sullo stesso piano dei carnivori. Se non è fanatismo cieco questo... Te la prendi proprio con quelli che non uccidono gli animali e che tutt'al più tollerano piccoli allevamenti come male minore. E io devo intervenire per bacchettarti. Non per toglierti la parola ma per correggerti. Se no sembra che tutte le violenze del mondo stanno a tavola...:-)
E poi l'altro mio assunto è che anche un vegan fa violenza se fa violenza a se stesso. Infatti ho notato che moltissimi vegan mangiano male, incompleto. Questo è il punto. Ma è inutile discutere: a te la salute non interessa. Perché leggi dunque questo blog? E' basato sulla salute, non è un blog filosofico, sorry.

4 ottobre 2008 alle ore 01:46  
Anonymous Anonimo ha detto...

Finalmente uno spazio SOLO VEGETARIANO. Condivido tutto quello che scrivi sopra e complimenti per i tuoi blog e il tuo lavoro.
Per restare in tema di fanatismi, leggi qui, quanta ignoranza sulla pelle e la salute delle persone.
Qui addirittura la moderatrice fà il sorrisetto e spara la cavolata che l'alimentazione vegan è povera di grassi (semmai è il contrario)ed è per quello che alla ragazza gli si alza la pressione (???).
Non hanno mai il coraggio e l'elasticità mentale di dire che quella alimentazione non va bene ( magari anche solo fosse in quel singolo caso,per assurdo), pensano di più agli animali che alla salute delle persone e oltretutto si permettono di improvvisarsi medici, cosa che agli estremi meriterebbe anche una denuncia. Non si scherza sulla salute delle persone.
http://forum.promiseland.it/viewtopic.php?f=5&t=29506

5 novembre 2008 alle ore 09:05  
Anonymous Anonimo ha detto...

gli si alza la pressione

Correggo: gli si abbassa.

5 novembre 2008 alle ore 09:06  
Blogger Nico Valerio ha detto...

GLI STOLTI CHE SONO ESATTAMENTE COME TUTTI GLI ALTRI, MA CHE A TAVOLA – SOLO A TAVOLA – VORREBBERO ATTEGGIARSI NIENTEMENO A “NON-VIOLENTI ASSOLUTI”, AD ANGELI PURI E IMMACOLATI…
SE NON E’ IPOCRISIA QUESTA…

Fabio, che vuoi dire? Che secondo te (molti infatti pensano questo, ma è una sciocchezza immane che raramente ho sentito da persone intelligenti) il veganismo assoluto realizza sulla Terra la non-violenza assoluta?
No, assolutamente. Per far questo i vegan dovrebbero essere persone buonissime, altruiste, per niente aggressive con gli Umani, amare il prossimo, non essere polemici ecc. Tutte cose invece lontane da loro e dalla natura umana. Quindi falsità, ipocrisia, polemica, aggressività. E’ stranoto agli psicologi che i vegan sono persone piùì aggressive della media.
L'alimentazione NON RISOLVE TUTTI I PROBLEMI DI AGGRESSIVITA' DEL MONDO. Magari, sarebbe facile e comodo.
L'alimentazione poi non è una cosa FILOSOFICA, ASSOLUTISTICA, TEORICA, FANATICA, ARTIFICIALE (cioè che si costruisce e ricostruisce a tavolino, a piacimento), ma è anche Natura e agricoltura, Tradizione e Scienza. Così come la Storia: noi non siamo mai stati uomini o popoli “puri”, totalmente non-violenti. Stiamo cercando di migliorarci. Ma servirebbe un dittatore alla Ceausescu per imporre a tutti il veganismo.
Che cosa credi di fare col Veganismo? Non dirai più parolacce in auto per il traffico? Non parlerai mai più male del datore di lavoro? Non ti farai più raccomandare?
Inoltre la Scienza, oltre la Storia e la Psicologia.
La mediazione e il buon senso ci dicono che dobbiamo fare i conti con le esigenze dell'animale Uomo. La vita, e il cibo in particolare, sono sempre una MEDIAZIONE. Una cosa relativa.
E non è vero che il veganismo sia sempre o per tutti sufficiente. Infatti nella Storia nessun popolo è mai stato veganiano.
Ma il concetto che dovresti imprimerti bene è che l'ASSOLUTO, la PERFEZIONE, la FILOSOFIA ESTREMA, oltre ad essere cose di per sé sciocche e da pazzi, non c’entrano niente con la tavola. Dove tutto è relativo, Bene e Male sono mischiati, e ogni alimento "naturale" non è neanche fatto per l'Uomo e contiene migliaia di sostanze tossiche, cioè che potenzialmente potrebbero ucciderlo. Lo sai che il 35-50% dei tumori viene dagli alimenti, magari vegetali e bio?
Quindi accontentiamoci del vegetarismo, che già è difficile da propagandare e praticare. Eliminiamo almeno il sangue e le uccisioni. Che sono anche inutili nutrizionalmente. Ogni estremismo fa male alla salute e alla mente.

1 aprile 2009 alle ore 18:48  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ho 21 anni e sono ovo latto vegetariana da 5 anni. Sin da piccola ero una bambina a cui faceva pena qualunqe tipo di essere vivente, tanto che i miei genitori per farmi mangiare la carne dovavano dirmi che era "salame di verdure" "bistecca dell'orto".. quando poi crescendo non ci sonopiù cascata mi hanno preso per la gola:nonostante mi facesse pena ogni tipo di animale infatti ero una piccola ipocrita, adoravo il sapore della carne e del pesce, inoltre mio padre è un cuoco bravissimo, e per anni ho cercato di non pensare al fatto che mentivo a me stessa.. fino a che mi sono decisa, e per me è stato uno sforzo enorme, il sapore della carne mi mancava enormentente e non mi vergogno e dire che a volte mi manca anche ora, ma so che è sbaglaito, e sono sempre più convinta che sia la scelta giusta. Secondo me moltissime persone abraccerebbero questa scelta se non fosse per la gola.. ho tentato di convincere i conoscenti del fatto che si vive bene, che ho le analisi del sangue perfette, che al ristorante basta imparare a leggere il menù e chiedere delle piccole modifiche.. ma tutti mi hanno risposto:è vero, hai ragione..ma la carne è troppo buona!!! credo che per tutti noi vegeriani, e immensamente di più per i vegani, sia una scelta di vita difficile ma giusta, che comporta dei radicali cambiamenti di vita e di abitudini... e cedo che non ci si dovrebbe insultare a vicenda:ognuo ha le sue idee, la sua coscienza, e se rispetta questo e è in pace con se stesso non deve dare contro alle decisioni degli altri. Personalmente io ammiro i Vegan per la loro scelta di vita in totale rispetto della natura, ma io non riuscirei a portarla avanti, conoscendomi non ho il carattere rigoroso necessario. Cerco di vivere secondo la mia coscienza: vivendo in montagna posso permettermi di avere delle galline che nutro con ciò che avanza dai pasti di famiglia... e erba qui ne hanno a volontà!!! nessuna delle mie galline è mai finita in una pentola e mai ci finirà!!! il latte vado a prenderlo tuute le sere dal vicino che ha delle mucche che vivono al pascolo, e anche il formaggio me lo faccio dare da lui. Io sono tranquilla con me stessa, in pace,e credo che se non siamo uniti almeno tra noi amanti degli animali e della natura le cose non vadano molto bene!

3 luglio 2009 alle ore 16:33  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Cara 21nne vegetariana, beata te che vivi in mezzo alla natura!
1. A quelli che dicono che la carne è "buona", direi proprio di no, non ha nessun sapore. I sapori della carne sono sempre artificiali: dovuti alle trasformazioni chimiche della cottura (che la brucia e infatti la rende cancerogena) e ai condimenti più strani (sale in quantità, pepe, salse ecc. E grazie tante!
2. Io invece non invidio affatto, e in molti casi neanche stimo i vegan. Molti sono in malafede: fanno una dieta critica o insufficiente per sé, cioè violenta nei confronti dell'animale Uomo, e poi pur di non ammettere che hanno sbagliato prendono gli INTEGRATORI. Come anche gli sportivi sedicenti vegan, imbottiti di pillole. Questa si chiama disonestà e ipocrisia. Si atteggiano a buoni e non violenti, quando non lo sono affatto. E infatti sono quasi tutti molto aggressivi. Ripeto, è ipocrita e anti-storico illudersi di instaurare a tavola, SOLO A TAVOLA, e non nella vita quotidiana, la non-violenza assoluta. Che non è mai esistita nella Storia dell'Uomo. Senza mezzi artificiali (cibi tecnologici come tofu e seitan, e integratori) non potrebbero vivere. E poi ci vengono a fare la morale.

3 luglio 2009 alle ore 17:50  
Blogger Nico Valerio ha detto...

B12 DELLE SCIMMIE. E' stato scoperto che in generale non sono né vegan né vegetariane pure. Infatti integrano la loro dieta con gli insetti che trovano sulle piante. Ricchi di B12. Ne sono ghiotte. Anche loro producono B12 troppo in basso nel canale digestivo. Ecco perché alcune specie mangiano piccole quantità di escrementi.Una dieta che proporrò agli amici vegan...:-)

SPORT E VEGETARIANI-VEGAN. Da anni, dico da anni, cerco nella più grande città d'Italia (oltre 3 milioni di abitanti), sportivi vegetariani o vegan per il mio gruppo di escursione sportiva e avventurosa nella Natura. Uno sport facile-medio. Mai trovati. " vennero 10 anni fa per curiosità ma non si fecero più vedere. Dopo aver visto che è uno sport serio, anche se facile. Un mio amico veg sta sempre in bici, ma va a passo d'uomo. Ha sempre rifiutato di andare a fare sport nella Natura. Sembra quasi che non solo i vegan ma anche i vegetariani vivano in punta di piedi, al risparmio delle energie, evitando sforzi e impegno fisico. Chissà, alcuni preferiranno le palestre alla Natura? Possibile, ma sarebbe grave lo stesso.
Prendo per buona che il vegan Alessandro sia "sportivo". Che sport fa, con che regolarità e durata lo pratica?

3 luglio 2009 alle ore 18:11  
Anonymous Anonimo ha detto...

Sono vegan di nascita.Non ho mai consumato derivati animali. Non ho mai bebuto latte, solo latte di soia. Ho 65 anni, e' rappresento 45-. Sono in perfetta salute, e mai ho visitato un medico

24 dicembre 2009 alle ore 02:30  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Al "vegan di nascita" che dice di avere 65 anni. Solo incredulo, scusami. Sono vegetariano da molti decenni e ricordo che quando ero giovanissimo non trovavo in tutt'Italia non dico vegans (che allora praticamente NON ESISTEVANO, mentre c'erano parecchi macrobiotici, però mangiatori occasionali di carne), ma neanche lacto-ovo-vegetariani, che erano rarissimi.
Eppure io mi esponevo pubblicamente, fondavo club, scrivevo, giravo per l'Italia, facevo appelli. Niente. Strano, no? Eppure tu, tu solo, Vero Vegan ab origine, ti aggiravi tra le montagne poco esplorate, scendendo nei villaggi attraverso valloni bui, di notte, per non essere visto. Non eri iscritto a nulla, non scrivevi a nessuno, non leggevi giornali. Nulla. Forse non esistevi.
Per carità, potrebbe pure essere come dici tu, del resto da come scrivi sembri uno che ha vissuto ai margini, o forse non italiano. Ma la verità prima di tutto: io non ricordo di aver conosciuto (e ne ho incontrata di gente del nostro ambiente!) un solo veganiano (allora si chiamavano più correttamente VEGETALIANI quando avevo 18-25 anni.
E molti veg allora erano già maturi o anziani (e infatti molti di loro poi sono morti). La scelta veg allora era una scelta individuale, quindi intellettuale, quindi voleva una certa maturità. Dagli anni 70 in poi venne la moda delle giovani coppie veg di educare (imporre) il vegetarismo ai figli neonati. Quindi tu dovresti avere al massimo 40 anni.
66 anni fa, cioè in tempo di guerra, nel 43, non esisteva la cultura del vegetalismo in Italia. Escluso che allora una coppia abbia deciso scientemente di mettere al mondo un figlio vegetaliano.
Altrimenti saresti super-noto, stra-conosciuto, e almeno io ti conoscerei da 40 anni.
Racconta meno balle!

24 dicembre 2009 alle ore 16:19  
Anonymous Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

15 marzo 2010 alle ore 22:32  
Blogger raffy ha detto...

Sono anni che penso di diventare lacto-ovo-vegetariana e questo è il mio primo passo, penso che ci siano libri di ricette a tal proposito. Chiedo aiuto nella ricerca a chi è vegetariano da molto tempo. Grazie

22 marzo 2010 alle ore 18:16  
Blogger Nico Valerio ha detto...

INIZIARE IL VEGETARISMO. Raffy non c'è assolutamente bisogno di ricettari, credimi. L'alimentazione vegetariana completa è facile gastronomicamente, cioè come cucina. Anzi, forse è più rapida visto che è meglio cuocere di meno (molto crudo e anche legumi e cereali germogliati).
Sul piano teorico, semmai, ci sono problemi, ma sono gli stessi dell'alimentazione in genere.
Non basta scegliere il vegetarismo: questo poi deve essere sano e "naturale per l'uomo", cioè adatto. Se no, si fa violenza a noi stessi.
Segui quindi anche il blog gemello Alimentazione Naturale (link sul colonnino), leggi anche gli articoli passati di entrambi i blog, ricerca i temi col motore di ricerca interno (finestrina in alto a sn) e poni pure quesiti particolari: ti risponderò.

Torno ai ricettari: spesso sono fatti male, da cuoche ignoranti o da propagandisti di questa o quella teoria, togliendo semplicemente la carne e con un eccesso di tofu. Ma tutto il resto è sbagliato, e magari si usano cereali raffinati e pochi legumi.
Quindi le regole generali sono poche: niente carni e pesci, ok, ma poi molti legumi, prima 3-4 volte a settimana, poi anche tutti i giorni (1 porzione regolare). Puoi scegliere tra 20 specie-varietà-colori-sapori.
All'inizio è normale psicologicamente sostituire la carne con molto formaggio e uova. Poi l'uso continuo di legumi riduce molto i latticini.
Guardati anche la Piramide dell'Alim. Naturale (nel blog).

Importante è consumare meno cereali di quanto facciamo in Italia (pane, pasta, riso, pizze, grissini, fette biscottate, biscotti ecc) e sempre integrali. Inoltre le 5-6 (meglio di più, col sistema del raddoppio delle porzioni) porzioni al giorno di verdure e frutta.
Ecco, vedi che già tutto è fatto?
Che vuoi di più? Devi solo... mangiare!
Leggiti tutti gli articoli: sono a questo momento (curiosamente) 93 in Alimentazione Naturale e 39 in Love-LactoOvoVegetarian, cioè 132.
A tua disposizione per ogni domanda sia teorica che pratica. Se è piccola la posti nel Forum, se è un intero argomento importante come email o commento.

23 marzo 2010 alle ore 11:41  
Anonymous Glo ha detto...

Francamente, senza offesa, sia chiaro!, per i Vegan, anch'io ho riscontrato violenza in molti di loro. Mi spiego: sono una NEO latto-ovo-vegetariana ed ho abbracciato questa scelta per motivi etici. Prima di farlo, però, ho dovuto informarmi bene, perché vivo in una famiglia praticamente carnivora ed era difficile, per me come per i miei genitori, cambiare dall'oggi al domani. Nella mia ricerca, mi è capitato di riflettere sull'opportunità di diventare Vegan, così ho frequentato alcuni blog di ambo le parti e ho notato che i blog completamente Vegan non solo sono moltissimi, ma attaccano a mille gli altri vegetariani, paragonandoli agli onnivori, insultandoli e asserendo che non potrebbero mai vivere con un compagno non Vegan. Che fare la spesa con utenti non Vegan fa schifo. Che... bah, mille altre cose. Adesso ho finalmente compiuto il grande passo, ma devo confessare che quegli articoli mi fanno sentire, nonostante tutto, in colpa - anche se so che non è razionale.
Complimenti per il post, mi ha rincuorato.

7 luglio 2011 alle ore 20:00  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Glo hai ragione, l'aggressività è un lampante contrasto con la non-violenza assoluta. Che purtroppo non si accontenta certo solo del CIBO. Anche i Vegan poi devono essere coerenti in mille altri campi. La tavola è solo una minima parte della vita! Sarebbe facile se bastasse essere vegan per essere non-violenti.
Leggiti gli altri articoli, mese per mese.

7 luglio 2011 alle ore 20:08  
Anonymous Anonimo ha detto...

DA LACTO-OVO-VEGETARIANO MI E’ CAMBIATA LA VITA. MA DA VEGAN HO AVUTO PROBLEMI GRAVI.
Avevo letto un libro [l’amministratore del blog ha eliminato titolo, autore e considerazioni di merito, perché qui è vietato fare pubblicità, NdR] che mi aveva fatto capire che la scelta vegan è possibile.
Ma ecco la mia esperienza personale (veramente non pretendo di dettar regola a nessuno, voglio solo lasciare una mia testimonianza per riflettere). Dopo Pasqua son diventato Lacto -ovo vegetariano, e mi è cambiata la vita; più energia, serenità, a posto con la coscienza ecc. Quello che tutti notano. Non è stato difficile per niente, anzi.
Purtroppo quando da quest' estate ho iniziato a sentirmi in colpa, per tutte le cose che leggevo o video vegani che guardavo, ho iniziato la "meravigliosa" avventura vegan. Beh, i risultati?!! Terribili, non sono mai riuscito ad andare oltre i 7 giorni consecutivi, e in me aumentavano ansie e frustrazioni per questo, diventando un pò ossessionato da ciò, finendo alla fine del 6-7.o giorno a mangiare addirittura la carne, che trovavo nel freezer (abito con i miei), oppure a mangiare quantità esagerate di latte o di uova sotto ogni forma, anche dolci, proprio perchè si accumulava una necessità fisica in parte e psicologica.
Morale della favola, ho preso peso, quando invece con una dieta più equilibrata lacto-ovo vegetariana ero addirittura sceso di 5 kili senza sforzi e senza pensarci.
Il punto è questo: non vorrei esagerare paragonando il mio "problema" alla castità dei preti; ovvero se è una scelta vissuta bene voluta, e fortemente motivata da uno spirito evoluto, ben venga, ma sappiamo che l'auto-deprivazione dei preti del sesso spesso porta a manifestazioni esageratamente contrarie alla loro scelta.
Anche io conosco dei vegani, di cui una signora ha un negozio bio…Beh questa signora ha litigato in maniera molto aggressiva, con rabbia, con una mia amica, addirittura troncandone ogni rapporto, proprio come quando si litiga tra persone di destra e di sinistra. Dico: chi è vegano non dovrebbe volere questo decantato "mondo migliore per tutti", no? Impariamo ad andare per gradi, ricordandoci di non "violentarci", rischiando che per una buona causa, si finisca a portare scompensi in tanti altri importanti aspetti della vita, oltre al cibo.
Detto ciò, io sto iniziando invece a comprare delle uova biologiche e del formaggio che nel suo processo di trasformazione non sia stato troppo cotto (facendo male alla salute).
Forse un giorno diventeremo tutti vegan, chi lo può dire, però non si può pretendere, che ci si diventi dal giorno alla notte, se per una vita, per colpa di una cultura sbagliata ci siamo alimentati di tutt'altro...

9 ottobre 2011 alle ore 12:32  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Illuminante la drammatica esperienza personale di quest'ultimo anonimo (ma perché non mettere un nome, anche qualunque?). Su una sola cosa non sono d'accordo: non è che nel corso dei millenni abbiamo mangiato così per una "cultura sbagliata". Eravamo tutti, ma proprio tutti, pastori e poi contadini. Dunque abbiamo mangiato ciò che la Natura metteva a disposizione. Eravamo sempre affamati. Che altro potevamo o dovevamo fare? Se il lettore anonimo per soli 7 giorni di dieta vegan entrava in crisi psico-somatica mangiando addirittura carne, figuratevi i nostri Antenati! No, il fatto è che la nostra Storia antica è stata anche un grande esperimento scientifico di "epidemiologia"... arcaica e rozza (certo, con i mezzi scientifici dell'epoca...), insomma una ricerca "per prove ed errori" del cibo ideale-possibile. Così l'Uomo ha visto che, tutto sommato, quella dieta semplice, naturale, tendenzialmente vegetariana, dei tempi arcaici (esempio: civiltà etrusco-romana del Regno e della Prima Repubblica) andava bene, o benino, permettendo ai primi popoli della Terra un buon compromesso tra salute, forza, coraggio, equilibrio psichico ecc.
E antichi Etruschi e Romani mangiavano, eccome, latticini e uova. Erano pastori e contadini. Invece mangiavano carne di rado, e poca, e parecchi non la mangiavano mai. E fino al primo 900 (sec.XIX) la stragrande maggioranza del popolo mangiava allo stesso modo (cfr. famosa Inchiesta Jacini e altre indagini successive).
Così si ragiona: la Storia è una "prova" scientifica inoppugnabile. Lo dicono gli epidemiologi di oggi. L'alimentazione non può essere un virtuosismo astratto (l'unico in una vita quotidiana fatta di sopraffazione e violenza, anche tra vegan) di non-violenza assoluta, altrimenti per essere coerenti non potremmo fare nulla, neanche vivere. Ma deve essere un giusto compromesso tra l'etica, la salute e le nostre tradizione storiche antiche, importanti perché ci hanno formato e perché le abbiamo scelte d'istinto e per necessità del corpo e della psiche, senza tanti arzigogoli filosofici.

9 ottobre 2011 alle ore 12:49  
Anonymous AleVeg ha detto...

Ho 23 anni e sono vegetariana da un paio d'anni, di recente mi sono avvicinata al vegan salvo retrocedere dopo essermi resa conto delle contraddizioni che questo regime alimentare porta con sé. Il primo dubbio l'ho avuto scoprendo la famosa "b12". Il veganesimo al massimo rappresenta un'interessante utopia, non è connaturata all'uomo una dieta che necessita di integrazione farmacologica. Sono insegnante di arti marziali e pratico body building, scoppio di energia e il mio medico "pesco-vegetariano" si sorprende dei valori eccezionali che riporto nelle analisi del sangue. Con tutto il rispetto per gli animali e l'ecosistema, non baratto la salute equilibrata che ho guadagnato abbandonando la dieta altamente ricca di carne che facevo prima per il vegan. Sostanzialmente credo che le loro ragioni ideologiche siano giustissime ma non è il consumo di latte e uova in sé ad essere sbagliato, bensì il modo in cui vengono prodotti. Per me che vivo in campagna è stato semplice dirottare l'acquisto delle uova dal supermercato al contadino e per quanto riguarda il consumo di latticini...l'ho "ridotto" sui livelli di base consigliati. Il vegan sta avendo forte risonanza perché sanno fare bene marketing, tutto qui. P.S.: complimenti per il blog!

29 gennaio 2012 alle ore 22:28  
Blogger Unknown ha detto...

Sono lacto ovo vegetariana da 19 anni,ho sempre avuto analisi perfette, nessun problema, fino ad un anno fa, quando sono diventata intollerante ai latticini. Ho provato il vegan , ma i prodotti vegani sono molto speziati e non li digerisco. Ho provato i prodotti delattosati, ma devo avere un'intolleranza importante in quanto mi disturbano anche quelli. Sopporto solo il parmigiano stagionato a 36 mesi. Che essendo stravecchio, perde completamente il lattosio. Volevo chiedere, ma è normale diventare intolleranti al lattosio per i vegetariani, forse ho consumato troppi latticini..... ho trovato il blog per caso, comunque complimenti. Molte informazioni interessanti.

10 aprile 2014 alle ore 11:03  
Anonymous Roberta ha detto...

Innanzitutto complimenti per l'indipendenza ideologica di questo blog, che è davvero interessante.
Un concetto però non mi è chiaro: capisco e condivido che la dieta latto-ovo-vegetariana dovrebbe basarsi sul fondamento di non uccidere,ma non riesco proprio a smettere di pensare all'impatto tutt'altro che innocuo che il consumo quotidiano di uova, latte e, se pur pochi, formaggi hanno sulle vite di milioni di animali,che per dare a noi tali alimenti vengono inevitabilmente uccisi.
La maggioranza dei formaggi richiedono l'impiego di caglio animale, l'industria del latte strappa i poveri figli animali alle loro madri per poterne prendere il latte a loro destinato e poi ucciderli.
Non mi fraintenda, non sono nè vegana, nè davvero vegetariana (raramente consumo pesce e crostacei), e condivido il pensiero che ricorrere agli integratori di vitamina B12 è una pura incoerenza nei confronti della nostra natura.
Ma il concetto che un latto-ovo-vegetariano non uccida animali per la propria alimentazione non riesco proprio a comprenderlo.
Detto ciò, grazie davvero in anticipo per la disponibilità nel caso in cui riesca a rispondermi.

25 settembre 2015 alle ore 16:47  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Ma è una dieta umana, quindi imperfetta. Assurdo e pericoloso, anzi, sarebbe pretendere la dieta perfetta (che non esiste). E qualsiasi idea di perfezione sarebbe disonesta, truffaldina. Ho meglio sottolineato questo aspetto (l'articolo l'ho aggiornato dopo la lettera, solo perché l'ho riletto e come mi capita sempre per ogni mia cosa non mi è piaciuto...:-) Comunque il caglio per una porzione di formaggio potrebbe essere solo microgrammi o meno. E allora, come dico nell'articolo, c'è molta più vita batterica destinata a morire nel nostro colon. E noi lo sappiamo. Ma è la vita, paradossalmente.

30 settembre 2015 alle ore 01:25  
Anonymous Anonimo ha detto...

mah, io sono stato vegetariano per molti anni e da un bel po' vegano. Il problema dell'aggressività di certi vegani (categoria di cui faccio parte) è dovuto a mio parere al fatto che non si vede questa scelta come "estensione" del rispetto per gli altri, il nostro prossimo, includendovi i soggetti non umani, cui si deve risparmiare la vita (vegetariani) o anche lo sfruttamento terrificante degli allevamenti industriali (vegani).

Però francamente mi permetto di obiettare che se la critica all'insufficienza della dieta vegana rispetto a quella vegetariana è corretta, non posso condividere il non riconoscimento del grave impatto che ha sulla vita degli animali il consumo di prodotti animali (se qui postassi come vengono tritati vivi i pulcini maschi per la produzione delle uova, non sarebbe facile sostenere che le uova di oggi sono "nonviolente").

Il vegano si trova di fronte alle maggiori difficoltà di una dieta equilibrata, proprio perché si allontana dalla dieta degli altri primati, su cui è modellato il nostro organismo e che comprende eccome piccoli animali, anche se in misura molto modesta. Questo deve essere ben presente, la sua è una scelta morale perché cerca di non essere coinvolto con gli allevamenti industriali.

Le affermazioni contro la carne di Porfirio, Plutarco e Pitagora, sarebbero sicuramente estese a latte e uova, se questi vedessero in che condizioni sono tenuti oggi o se vedessero la vite senza fine che trita i pulcini vivi.

Inoltre questo principio di compassione estesa deve valere per tutto il nostro prossimo, umano e non umano, se vogliamo veramente procedere verso un'evoluzione morale.
Quella per cui non sentiremo più dire da umani indignati "siamo trattati come bestie", come se ci fossero invece esseri che è giusto trattare "da bestie".

Noto invece che quando si parla di carcerati, tossicodipendenti, nomadi e migranti, la compassione di amici vegani e vegetariani spesso sparisce, con un curioso effetto speculare all'atteggiamento sprezzante che ha il clero nei confronti dei non umani. Questo non inteso come necessità di fare i buonisti verso la considerata "feccia umana", ma cercare di capire le loro ragioni, pur chiedendo con fermezza e rigore il rispetto delle nostre.

Finché alla violenza (anche verbale) e all'indifferenza verso la sofferenza altrui (umana e non umana) si lascerà spazio, temo che le diete servano a ben poco se non ad una migliore salute.

Cordiali saluti
Roberto Tomasi

24 marzo 2016 alle ore 22:32  
Anonymous Anonimo ha detto...

Trovo estremamente interessante quanto scrivi, letto con attenzione, anche se lo dico subito mangio la carne e il pesce, in moderate quantità e preferendo carne non di allevamenti intensivi quando la trovo. Mi ritengo una persona assai pacifica e rispettosa del prossimo e sono molto colpito dal fanatismo vegan di stampo misantropo (a dir poco), in cui ho visto cadere un paio di amici (e ce ne sarebbe da dire sul perché), e altresì quello che sta uscendo pubblicamente, così sono alla ricerca di elementi per capire un fenomeno che fino a poco tempo fa ignoravo. Per esperienza personale, ovvero provato sulla mia pelle (sono stato anche vegetariano), vivo bene consumando molte verdure, frutta, uova e la famigerata carne (e pesce). Non consumo più cerali, anche quelli integrali (consumavo riso, farro e orzo integrali, quelli raffinati solo sporadicamente, pizza con amici, che poi resta sullo stomaco per due giorni), che non digerisco bene e nemmeno i legumi, fermentano e gonfiano, i formaggi con moderazione perché altrettanto indigesti, per me è davvero difficile rinunciare alla carne che con abbondanti verdure è il cibo che meglio tollero (sì lo so, sembra la dieta Paleo, ma a differenza di chi cerca etichette e poi adatta l'alimentazione io ho seguito il percorso inverso), gli animali che consumiamo non esisterebbero se non in simbiosi con l'uomo, ora mi chiedo: ma non sarà che il tema non è la morte degli altri esseri viventi quanto come l'uomo sta al mondo e il consumismo applicato all'alimentazione? Insomma Il "fantomatico" pastore primordiale magari non uccideva l'agnellino, che è un investimento per il futuro, ma si mangiava eccome la pecora ogni tanto, dopo averla usata per il latte e la lana. Solo che la trattava in modo rispettoso, ma da animale, non da prodotto alimentare o al contrario, da surrogato antropomorfizzato di stampo disneyano (o come in certi eccessi nazivegan). Ma insomma la crudeltà di allevamento o al contrario la santificazione degli animali a me sembrano solo segni dei tempi, dubito che il famoso pastore delle origini provasse niente del genere, erano solo animali e li rispettava in quanto tali e dubito che gli piacesse ucciderli, ma se serviva lo faceva. Credimi, non ho certezze, moralmente sarei orientato ad essere vegetariano, eppure sinceramente se vedo una pecora in mezzo a un prato mi passano entrambe le sensazioni, che bella la natura e chissà che buona sarebbe da mangiare. Sono uno sportivo (e so per esperienza le proteine all'essere umano servono!) e ho camminato in solitaria su gran parte dei sentieri appenninici nel centro Italia, percepisco intimamente la bellezza profonda della natura in tutte le sue forme, dove c'è continuamente la morte (che prima o poi ci tocca tutti) e la rigenerazione. Ma non sarà che tutte queste pippe etiche sono roba da urbanizzati intellettuali e poco in contatto con l'ambiente naturale. Mi sa che il pastore abruzzese (ne ho conosciuti molti, passandoci parecchio tempo) tutti 'sti problemi non se li fanno. Scusa se la mia ti sembra una provocazione, credimi non lo è. Solo uno spunto di riflessione, spero. Con rispetto, Marco

7 aprile 2016 alle ore 23:58  
Anonymous Anonimo ha detto...

Al commento precedente vorrei aggiungere che non mangio insaccati e junk food da anni, carne prevalentemente di pecora allevata all'aperto (non gli agnellini) e tacchino, raramente il manzo, mai polli di batteria o maiale. Ora, dato che le proteine servono tantopiù se fai sport, mi stavo orientando verso gli integratori proteici, ce ne sono di origine vegetale (miscele di proteine di pisello, canapa e riso) e da albume di uova di galline allevate all'aperto. Sempre nell'ottica di ridurre al minimo il consumo di carne e assumere comunque proteine nobili senza i fastidi che mi danno cereali e legumi. Che ne pensi degli integratori? Certo, prodotto dell'industria, ma è un mondo imperfetto :-) Marco

8 aprile 2016 alle ore 10:55  
Anonymous Anonimo ha detto...

Sono Vegano da un mese, e ho provato a diventare vegano diverse volte in passato, senza riuscirci. Vediamo come va.
I vegani possono dire quello che vogliono, che siamo frugivori etc, che sono guariti dal cancro con la dieta vegana. Liberi di farlo.
Per me, è una dieta difficile, estrema, non per tutti.
Chi dice il contrario, o è tremendamente fortunato, almeno al momento, finché non svilupperà carenze, oppure mente.

- Costa di più o molto di più
- richiede molta più attenzione perché devi integrare(almeno la B12, ma per esemmpio, si potrebbero integrare anche gli omega 3 a catena lunga e le proteine isolate di soia se fai molto sport)
- se non hai tempo, denaro e creatività per comprare e prepararti i pasti, ti riduci a mangiare verdure e cereali semplici tutti i giorni, e dopo un mese non ce la fai più, sia emotivamente, quando la sera vedi di nuovo l'insalata, ti strapperesti tutti i capelli, sia fisicamente, poiché nella dieta vegana i cibi saranno anche "ricchi" di proteine, ma presentano una bassa assimilabilità, che si riìiduce ulteriormente per chi magari ha gia problemi di assorbimento, come me. Poi tante tante fibre riducono l'assorbimento.

La dieta vegetariana è la dieta compromesso migliore a parere mio. Siamo umani, siamo tendenzialmente stronzi e siamo un animale mediano, né erbivoro né carnivoro, che ha bisogno di certi alimenti.
Se sei vegano, integri. Se sei vegetariano, no.
La natura non si cambia, si rispetta, e questo dovrebbe partire da noi stessi. Rispettiamo la nostra natura, magari iniziando a rispettare anche gli altri, e questo lo dico alla frangia sempre più folta dei nazi vegani.

10 ottobre 2016 alle ore 13:18  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Anonimo (ma perché non mettere un nome?), non posso che complimentarmi: schiettezza, realismo (che vuol dire anche conoscere la realtà, cosa che moltissimi non sanno fare...), maturità di giudizio e capacità di argomentare (v. sopra): ecco il caso classico in cui intelligenza e senso critico "sono" l'etica. Non si può essere onesti senza dire le verità. Sia della Natura non umana, sia di quella umana.

10 ottobre 2016 alle ore 15:28  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Roberto Tomasi dice tra l'altro: "Le affermazioni contro la carne di Porfirio, Plutarco e Pitagora, sarebbero sicuramente estese a latte e uova, se questi vedessero in che condizioni sono tenuti oggi o se vedessero la vite senza fine che trita i pulcini vivi".
Vero che certi allevamenti sono una cosa vergognosa. Ma loro erano filosofi e conoscendo il principio della Natura "mors tua vita mea", e il carattere ambiguo dell'essere Umano, impastato di aggressività fin da neonato, sempre un misto di violenza e amore, crudeltà e compassione, egoismo e altruismo, una cosa del genere non la direbbero mai. Perché privando troppo la propria dieta si fa sicuramente una violenza all'uomo. E poi c'è una bella differenza (per gli animali) tra il vivere male, di stenti, per colpa di allevatori avidi e stupidi, e il morire. Altrimenti dovremmo considerare tutti morti, o addirittura uccidere per eutanasia, tutti gli esseri Umani malati cronici e i poverissimi!
Spero che questa doppia argomentazione sia stata efficace.
Ma poi c'è la terza, che spiana tutto: bisogna mettersi in testa (cosa, vedo, difficile) che il vegetarismo non è una dieta perfetta che risolve tutti i mali del Mondo, che elimina la violenza. E' una mediazione, il meno peggio. Non solo la vita umana, ma anche la Natura nel suo complesso, sono intrise di violenza, di morte. Ma dalla Morte viene la Vita. La pretesa di eliminare la violenza dalla vita umana (tanto più con il semplice pasto, ignorando tutto il resto) è non solo ingenua, ma anche folle.

16 novembre 2016 alle ore 09:51  

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